Da venerdì 11 ottobre sarà disponibile in digital download e su tutte le piattaforme streaming “Watermemories”, l’opera sonora – che si sviluppa in due movimenti “Ta ‘ Cenc” e “Watermemories” – ispirata alla memoria dell’acqua e che farà parte del nuovo disco del pioniere Max Casacci composto da temi musicali, ritmi e orchestrazioni, senza l’utilizzo di strumenti musicali acustici o elettronici ma solo con suoni concreti della realtà.
Domenica 13 ottobre, alle ore 16, Max Casacci, insieme a Hatisuara, presenterà dal vivo l’intera opera sonora a Biella in occasione dell’inaugurazione della ventunesima edizione della rassegna annuale “Arte al Centro” di Cittadellarte – Fondazione Pistoletto (via Serralunga, 27).
“Ta ‘ Cenc” (dall’omonima scogliera sull’isola di Gozo) è il primo movimento realizzato – in collaborazione con Hati Suara – esclusivamente con il suono di rocce calcaree, impercettibilmente sonore, già conosciute e utilizzate nell’antichità. Rocce che si rivelano magicamente intonate tra loro.
«La pietra calcarea conserva memoria dell’acqua». Pinuccio Sciola
“Watermemories” è il secondo movimento interamente realizzato da Max Casacci, catturando suoni e rumori dell’acqua di Biella, dalle sorgenti ai torrenti passando per antichi luoghi sacri e più recenti santuari, fino ad arrivare alle pale che hanno trasformato la forza dell’acqua in energia per il lavoro. Tra i suoni utilizzati ci sono anche quelli di due opere d’arte: il sibilo dei bollitori d’acqua dell’”Orchestra di Stracci” di Michelangelo Pistoletto, e il concentrato sonoro che filtra attraverso l’opera di Giuseppe Penone “Una barra d’aria” puntata verso il torrente Cervo, all’esterno di Cittàdellarte.
«Il brano che parte con suoni di sorgente diventa, per esaltazione delle armoniche del gorgogliare dell’acqua, quasi un canto “sacro”. L’acqua e lo spirito. – commenta Max Casacci in un dialogo con Michelangelo Pistoletto – Poi si trasforma in un’esperienza onirica, introdotta dalla scansione regolare e ipnotica di una goccia che scendendo di intonazione diventa il flusso stesso del fiume/torrente. Portando l’ascoltatore a viaggiare in immersione.
L’acqua e il subconscio. Un “mantra” ricavato anche dal dialogo sonoro tra due opere d’arte: “Una barra d’’aria” di Giuseppe Penone che affacciandosi verso il torrente Cervo ne cattura il suono e la tua “Orchestra di stracci” con il canto dei suoi bollitori che ho trasformato in immaginari strumenti a fiato, fino al crescendo finale sostenuto dalle pale dei mulini e dal rumore delle macine, tributo alla memoria delle attività umane lungo il fiume. L’acqua e l’arte.»
Il brano è imprevedibilmente arioso, crea un percorso che nasce scrosciante e limpido, si fa sacro con l’estrazione di una voce bianca dalle armoniche dell’acqua, per poi diventare sommerso e onirico fino all’esplosione di un tema: sostenuto dai rumori meccanici delle pale e delle macine, che celebra la memoria delle attività umane lungo il fiume.
Caso vuole che proprio di Biella era Anna Vercellone moglie di Filippo Avogadro e madre di Amedeo Avogadro, la cui teoria detta “Principio di Avogradro” fu determinante per la scoperta della formula dell’acqua.
Hatisuara è un duo di sound healing, nato a Bali nel 2013, fondato dal visual artist e regista Luca Saini e Mariacristina Busso. Hatisuara è un progetto musicale e performativo attivo nella ricerca e nella sperimentazione dell’impiego del suono in ambito meditativo, spirituale e terapeutico.