La recente scomparsa di Cissy Houston ha lasciato un vuoto profondo non solo nella sua famiglia, ma anche nel mondo della musica, dove ha lasciato un’impronta indelebile.
All’età di 91 anni, Cissy si è spenta nella sua casa nel New Jersey, circondata dall’affetto dei suoi cari, mentre riceveva cure palliative per il morbo di Alzheimer. La sua vita, sebbene costellata di successi professionali, è stata segnata da tragiche perdite personali, come la morte della figlia Whitney e della nipote Bobbi Kristina, entrambe scomparse in circostanze drammatiche.
Cissy Houston, il cui vero nome era Emily Drinkard, è nata il 30 settembre 1933 a Newark, New Jersey. Fin da giovane ha dimostrato un talento naturale per il canto, iniziando la sua carriera come cantante gospel. La sua voce potente e profonda attirò presto l’attenzione, permettendole di collaborare con alcune delle più grandi leggende della musica del suo tempo. Lavorò come corista per artisti del calibro di Elvis Presley, Aretha Franklin e Chaka Khan, guadagnandosi la reputazione di una delle più richieste vocalist di supporto nel panorama pop e soul degli anni ’60 e ’70.
Negli anni ’90, Cissy Houston fece il grande salto nel mondo della musica gospel, un genere che le era sempre stato particolarmente caro. La sua dedizione e il suo talento furono premiati con due Grammy Awards per i suoi album gospel, consacrandola come una delle grandi interpreti del genere. Nonostante il suo successo personale, Cissy è sempre stata fortemente associata alla carriera della figlia Whitney, che lei stessa contribuì a formare e lanciare nel mondo della musica.
Un rapporto complesso con Whitney
Il rapporto tra Cissy e Whitney era complesso, segnato da amore e tensioni. Cissy, in diverse interviste e nella sua autobiografia, ha parlato apertamente delle difficoltà legate al comportamento autodistruttivo di Whitney, soprattutto in relazione all’abuso di droghe e al tumultuoso matrimonio con il cantante Bobby Brown. Nonostante gli sforzi di Cissy per aiutare la figlia a superare le sue dipendenze, Whitney morì tragicamente nel 2012, trovata senza vita in una vasca da bagno di un hotel a Beverly Hills. Questo evento devastante lasciò un segno indelebile su Cissy, che dovette affrontare il dolore di sopravvivere a una figlia che aveva consacrato la propria vita alla musica e alla famiglia.
Il dolore per Cissy non finì lì. Nel 2015, la sua nipote Bobbi Kristina, figlia di Whitney, fu trovata priva di sensi nella vasca da bagno della sua casa in Georgia, in circostanze simili a quelle della madre. Dopo sei mesi di coma, Bobbi Kristina morì, lasciando Cissy a confrontarsi con un altro lutto inimmaginabile. La perdita di due generazioni della sua famiglia rappresentò un fardello enorme per Cissy, che nonostante tutto continuò a mostrare una forza d’animo straordinaria.
Un’eredità di resilienza e amore
Cissy Houston ha vissuto una vita di straordinari successi artistici, ma anche di profondi dolori personali. La sua eredità musicale è indiscutibile, non solo per i suoi contributi al gospel e alla musica pop, ma anche per il ruolo cruciale che ha avuto nel plasmare la carriera della figlia Whitney. La sua storia è una testimonianza di resilienza e di amore incondizionato, un esempio di come la musica possa essere sia una fonte di gioia che un rifugio nei momenti più oscuri.