Nino D’Angelo è una delle icone della musica napoletana, con una storia che intreccia il successo artistico con le difficoltà personali.
Un episodio drammatico ha segnato la sua vita, costringendolo a un doloroso distacco da Napoli, la città che lo ha reso celebre. In una recente intervista al Corriere della Sera, D’Angelo ha rivelato un episodio che lo ha costretto a lasciare la sua amata città: «Me ne sono andato perché hanno sparato due volte contro casa mia», ha confessato. La camorra, attratta dal suo crescente successo, lo aveva preso di mira con richieste di denaro e minacce. L’apice di questa pressione arrivò quando un proiettile penetrò nella sua abitazione, finendo nella stanza del figlio Vincenzo. Questo momento di terrore costrinse Nino e la sua famiglia a fuggire da Napoli.
Nonostante le difficoltà, D’Angelo esprime un profondo amore per la sua città natale. «Devo tutto alla città, i napoletani mi adorano: piace che uno di loro ce l’ha fatta senza aiuti», ha dichiarato, sottolineando come il suo legame con Napoli sia rimasto forte. La sua storia è una testimonianza di quanto la realtà sociale e criminale possa impattare sulla vita delle persone, anche quelle di successo.
Un talento nato tra le difficoltà
La vita di Nino D’Angelo non è stata facile fin dall’inizio. Cresciuto in una famiglia modesta, ha dovuto abbandonare la scuola in giovane età per prendere il posto del padre malato e vendere gelati alla stazione. Anche in quel contesto difficile, il suo talento musicale iniziò a brillare. Racconta come, durante la vendita dei gelati, cantasse per i passanti, guadagnandosi il loro apprezzamento. La musica divenne presto la sua via di fuga, portandolo a cantare ai matrimoni e a conquistare il cuore di Napoli e del mondo.
Un episodio particolare della sua carriera riguarda l’incontro fortuito con la leggenda del jazz Miles Davis. È noto che Davis rimase colpito dalla musica di D’Angelo, al punto da acquistare tutta la sua discografia dopo averlo ascoltato in un taxi. Per Nino, che all’epoca non conosceva nemmeno chi fosse Miles Davis, fu una sorpresa incredibile. «Mi avvisò il mio bassista la mattina. Fa: “Hai visto che ha detto Miles Davis?”. Dico “ma chi è? Un nuovo giocatore del Napoli?”», ha raccontato.
Oltre al suo viaggio musicale, Nino D’Angelo ha riflettuto sulle sue esperienze scolastiche. La sua insegnante di italiano, riconoscendo il suo talento, disse a sua madre che lui era un poeta che non sapeva parlare. Nonostante la sua dialettica imperfetta, i suoi scritti rivelavano pensieri profondi e maturi, spingendo l’insegnante a volerlo far continuare gli studi. Tuttavia, le circostanze familiari lo costrinsero a rinunciare a questo sogno.
La storia di D’Angelo è un esempio di resilienza e talento che supera le avversità. Anche se la camorra lo ha costretto a lasciare la sua amata Napoli, il suo legame con la città e la sua gente rimane indissolubile. La sua musica continua a risuonare non solo in Italia, ma nel cuore di chiunque abbia sentito le sue canzoni, testimonianza di una carriera costruita su talento, passione e un innegabile spirito napoletano.