Nel centenario della Rivoluzione Russa, lo Sponz Fest, giunto alla sua V edizione, compie un gesto rivoluzionario: sperimentare il rovesciamento del mondo. Dal 21 al 27 agosto a Calitri (Av) e in Alta Irpinia, il festival ideato e diretto da Vinicio Capossela, invita il pubblico e la comunità “a porsi dalla parte “altra” dell’abitudine, a ribaltare i punti di vista e osservare le cose al contrario, a scardinare l’ordine cui siamo assuefatti per creare un momento di resistenza a un mondo che va sempre più irrigidendosi nelle visioni”, come scrive Capossela.
Tutti, dunque, “all’incontré’Я”! Anche il programma, che scorrerà al contrario: dall’evento di chiusura il secondo giorno a quello di apertura l’ultimo giorno, dopo una prima giornata, il 21 agosto, in cui non succederà nulla, come la domenica biblica, momento del riposo dopo la creazione. Un tempo “In senso inverso” come il titolo di un romanzo di P.K. Dick o quello che si riavvolge in “Un’altra giovinezza” di F.F. Coppola, tratto dal romanzo dello storico delle religioni rumeno Mircea Eliade.
Anche quest’anno, in quello che è più una grande esperienza comunitaria che un semplice festival, un programma che spazia fra molteplici ambiti espressivi e unisce occasioni di approfondimento culturale a momenti di festa e convivialità. Sette giorni di intensa vitalità dionisiaca che travolgerà come sempre tutti i partecipanti fino a farli cadere “sponzati come baccalà”.
Chi c’è stato, lo sa: lo Sponz Fest è una magia capace di coinvolgere e travolgere, un flusso di inesauribile energia che dagli stretti vicoli di Calitri si espande nella Valle dell’Ofanto per un’intera settimana. La storia dello Sponz Fest è di per sé un piccolo miracolo, nato per darsi un’occasione di fare “comunità”. Una comunità che l’ha vissuto come proprio. Partito come festa sui riti dello sposalizio, si è allargato ai temi dell’unione, del rapporto con la terra, dell’incontro con altre culture. E, quest’anno, della Яivoluzione. Un densissimo programma di musica, teatro, danza, performance, reading, incontri, proiezioni, notti ad osservare le stelle e a bere vino nelle grotte di Calitri, fra astronomia e gastronomia. E poi ancora escursioni di trekking e happening, laboratori per bambini e chiacchiere musicali in barberia. Senza dimenticare la Libera Università dei Ripetenti e la Festa dei Folli!
Il programma musicale dello Sponz Fest 2017 non poteva aprirsi in modo migliore. La sera del 22 agosto in un luogo di pascolo – località Lago delle Canne a Calitri – subito dopo le letture di poesie di Majakovskij e la visita guidata alle Яivoluzioni del cielo con binocoli, laser e racconti, il musicista e scrittore, cofondatore dei CCCP Fedeli alla Linea, Massimo Zamboni porterà il pubblico a guardare “Il cielo sotto Berlino”, letture e sonorizzazioni dal suo ultimo lavoro “Nessuna voce dentro” (Einaudi, 2017). Un viaggio non lineare nella Berlino del 1981, nel momento in cui è ancora viva la stagione utopica, in cui riecheggia la rivolta dei movimenti del ’77 e in cui, al tempo stesso, forse, si intravedono già i segni di un’altra Яivoluzione che verrà, quella dell’89 con la caduta del muro.
Gli occhi rivolti verso il cielo dopo qualche ora si abbasseranno di poco per scrutare il sole del nuovo giorno che nasce ed ascoltare i suoni di una geografia immaginaria che unisce il mediterraneo al deserto australiano: Georgos Xilouris e Jim White saranno i protagonisti il 23 agosto del primo concerto all’alba dello Sponz Fest 2017: il liuto dalle corde di metallo del musicista di Creta che farebbe la felicità di Ry Cooder, primitivo e potente, ancestrale e dal suono dei grandi spazi, incontra i tamburi di Jim White, batterista dei Dirty Three, Bad Seeds di Nick Cave, PJ Harvey e di altri giganti del rock inquieto.
Dopo i rumeni, gli albanesi e i serbi nelle precedenti edizioni, quest’anno la Fanfara non poteva che venire da San Pietroburgo, l’antica capitale russa e primo focolaio della Яivoluzione. Sono i Dobranoitch. La loro musica, vera dinamite, va da Odessa al circolo polare artico. Il loro nome vuol dire buonanotte ma suoneranno alle prime luci del giorno (dopo Xylouris/White) come in ogni mondo rovesciato che si rispetti.
Si fa mattina piena ed è ora di studiare, o meglio di ripetere: il 23 agosto sarà il giorno di apertura della Libera Università dei Ripetenti, novità di questa edizione. Un ciclo di incontri con alcuni esponenti del mondo culturale, dei media e del sociale che verrà inaugurato da un incontro sulle rivoluzioni nel mondo arabo con Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International e dalla scienza “rivoluzionaria” della docente e giornalista scientifica Alessandra Viola e dal ricercatore di fisica sperimentale Piero Martin. Dopo il raduno “Irpinia Woodstock” nel pomeriggio, il primo giorno della Libera Università dei Ripetenti si chiude con Gianni Mura, storica firma di Repubblica, che discuterà de “Il rovescio della medaglia”, ovvero dei grandi perdenti nella storia dello sport.
Nei giorni seguenti, le “lezioni” si svolgeranno fra il castello di Calitri e le gite didattiche lungo il sentiero della Cupa mentre la pausa ricreazione si può fare in qualsiasi momento e si può anche andare in bagno. Basta alzare la mano! Lezione speciale sarà quella di uno dei massimi scrittori e intellettuali italiani che si è formato nel segno della rivolta, durante le barricate del ’77: il 24 agosto Erri De Luca prenderà la parola sul “Contrario dell’Uno e altre contrarietà”. E fra gli altri docenti “rivoluzionari” che declineranno il tema del contrario fino al 26 agosto, il giornalista del Sole 24 Ore Dario Deotto che disserterà sul rapporto fra le norme e l’enorme, ovvero fra la Legge e la Vita, l’antropologo Vito Teti che farà il punto su “Il rovescio del sovrappopolamento…i paesi abbandonati”, la rivoluzione neolitica raccontata dall’archeologo Giampiero Galasso e la ribellione del suolo terrestre spiegata dal geologo Luigi Zarrilli dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il mondo al Яovescio dello Sponz 2017 incontra il Яovescio meteorologico e temporali di varia natura invece nell’incontro con l’esperto di fama internazionale Luca Lombroso, volto conosciuto dai profani per i suoi interventi al programma di Fabio Fazio “Che tempo che fa”.
La giornata del 23 agosto si chiude a tarda sera a Borgo Castello di Calitri con il concerto “Sotto corte” dei Modo Antiquo, ensemble di musica antica diretto da Federico Maria Sardelli, vero artista rinascimentale – pittore, compositore e direttore, sommo specialista del Vivaldi – sui sentieri della musica di Carlo Gesualdo; e con la suggestiva esibizione del figlio del vento Fabio Mina, flautista non convenzionale ed esploratore sonoro, protagonista del secondo concerto all’alba con il suo ultimo lavoro “High winds may exist may exist”.
Momento culminante della giornata del 24 agosto sarà invece la vulcanica e tellurica grande Notte del Tamburo che vedrà alternarsi nel centro storico di Calitri, imbandito come uno sposalizio, le tammorriate dell’area partenopea, le tarantelle di Tricarico e la “tarantatrance” di Antonio Infantino che insieme a Vinicio Capossela renderà omaggio a Enzo Del Re, indimenticabile artista rivoluzionario, musicista e cantastorie, a sei anni dalla sua scomparsa.
Il Mito della Яivoluzione, con le sue liturgie, sviluppa la dimensione epica, l’immaginario da frontiera che aveva caratterizzato il tema dello scorso anno (“Chi tiene polvere spara”). E così quest’anno al posto dell’assalto al treno in pieno stile “western”, il 25 agosto banda russa e cavalieri saluteranno l’arrivo del treno allo scalo di Calitri per festeggiare, per il secondo anno consecutivo, la riapertura temporanea della tratta storica “Avellino-Rocchetta” che quest’anno si arricchisce di un nuovo pezzo dell’antico percorso ferroviario. Per l’occasione, un programma davvero speciale che si apre con una delle lezioni più affascinanti della Libera Università per Ripetenti: il direttore della Cineteca di Bologna Gianluca Farinelli accompagnerà il pubblico alla scoperta del treno come simbolo di progresso e rivoluzione nella storia dell’arte e del cinema.
Subito dopo, si apre la Serata Resistente. Si parte con un ospite d’onore di questa edizione, uno dei più grandi chitarristi viventi, musicista eclettico e straordinario, amico di tante avventure di Vinicio Capossela, non ultime le recenti date di Atti Unici. Alla chiamata del direttore dello Sponz, Marc Ribot ha risposto: “Yes, I Can!”. E così, insieme a Vinicio, la chitarra tagliente come una lama di Ribot fenderà l’aria nel concerto “One upon a Trump in America – Songs of a Resistance”. A seguire, la rivolta continua con le canzoni rivoltose, un po’ rockettare e qualche lento del sassofonista Daniele Sepe, alla guida di un manipolo di ribelli per presentare il suo lavoro “Capitan Capitone e i fratelli della costa”.
Ogni Яivoluzione ha la sua parata e dunque, fra i momenti più attesi del Fest, il 26 agosto la “Gran Parata del 17” fra le vie di Calitri, con tanto di bandierine totalitariste dello Sponz 2017, che culminerà in un concerto memorabile: sul palco Vinicio Capossela, Emir Kusturica con la No Smoking Band, Dobranoitch e il cantante “al Яovescio” Antonio Pompò, vero funambolo della parola, saranno accompagnati da altri ospiti e comizianti a sorpresa per la data Combat Folk del tour Atti Unici.
A seguire, un’intera notte fra i vicoli del centro storico fino ad arrivare al terzo concerto all’alba al Borgo Castello con Alessio Franchini e il Circolo dei Baccanali in “Angeli con un’ala sola”. Franchini, fresco di esordio con il primo album di inediti, elogiato dalla critica indipendente, “Tutto può cambiare in un attimo”, che vede la collaborazione con Gary Lucas, renderà emozionante omaggio al divino Jeff Buckley a 20 anni dalla scomparsa.
Anche quest’anno spazio all’arte contemporanea con SponzArt, la sezione ideata da Mariangela Capossela che ne ha curato le precedenti edizioni. Per lo Sponz 2017, la curatela è affidata a Tommaso Evanglista e, nel pieno spirito rivoluzionario del programma, il titolo sarà “Azioni per moto contrario”, a indicare la dimensione performativa e relazionale degli interventi artistici. Fra i primi artisti confermati Michele Mariano che realizzerà un campo di calcio di led in un bosco senza, naturalmente, danneggiare un solo albero; Michele Giangrande che, con l’aiuto dei bambini, realizzerà due grandi installazioni con i cartoni da imballaggio; e, infine, Andrea D’Amore che realizzerà un forno nelle grotte di San Zaccaria, invitando la popolazione ad una raccolta di alimenti commestibili selvatici durante la passeggiata verso il luogo di incontro. E ancora: il Collettivo FX che renderà omaggio alla tradizione degli “scioperi allla rovesca” con un murales, il progetto a metà fra performance e installazione di Virginia Zanetti, il cortometraggio di Silvio Giordano e l’omaggio all’artista Pippa Bacca, assassinata nel 2008 in Turchia durante la performance itinerante “Spose in viaggio”.
E fra le “canzoni nascoste” di Gerardo Balestrieri, le incursioni poetiche notturne di Vincenzo Costantino Cinaski, il liscio di Tonuccio e B-Folk, il theremin di Massimo Simonini, i focolai di insurrezione spontanea con Victor Herrero, le cose turche di Umut Adan e il Salòn Olympia di Marìa Cecilia Reyes, lo Sponz Fest si chiude domenica 27 agosto con la solenne celebrazione del gran rovesciamento finale, quello in cui gli ultimi saranno i primi e il mondo degli inferi, quello “di sotto”, emergerà con tutta la sua carica di ribellione. Al Castagneto della mefite, in località Felitto-Villamaina, l’archeologo Giampiero Galasso parlerà di “Mephite, l’altra dea” mentre Ermanna Montanari e Marco Martinelli del Teatro delle Albe, con la partecipazione dei cittadini di Calitri e di Ravenna, metteranno in scena il “Coro per Mefite”, azione a partire dall’inferno di Dante e dall’Eneide di Virgilio. Dopo, tutti alla splendida Abbazia del Goleto a Sant’Angelo dei Lombardi per la Festa de Folli, “Liberaci dalla pelle e donaci alla carne!”, concerto di musica medioevale a cura di Giovannangelo De Gennaro. Praticata nel tardo medio evo, la Festa dei Folli trova la sua origine nei Saturnali, ed era uno dei rituali di rinascita e rinnovamento in cui l’ordine delle cose veniva capovolto. I monaci per l’occasione si liberavano dalla loro “pelle”, la loro funzione, per dedicarsi a tutti gli eccessi che normalmente gli erano interdetti.
“Ecco avverato dunque il desiderio di rovesciare il mondo. Fare della necessità un balocco. Fare della morte vita. Sponzarci, imbevuti di nuovo sapere, fino alla fine dell’ultimo giorno, e che, una volta usciti da questa settimana di ri-creazione, sia davvero un nuovo inizio” – come scrive e si augura il direttore Vinicio Capossela.