Al Teatro Quirino di Roma dal 7 al 19 novembre saranno rappresenti due celebri testi di Pirandello per la regia di Enrico Guarnieri.
Guarneri è uno dei maggiori esponenti della grande tradizione teatrale siciliana. Dopo i successi delle opere verghiane, portate in scena nelle passate stagioni con la regia di Guglielmo Ferro, quest’anno è protagonista delle due novelle più esilaranti e famose di Luigi Pirandello, La Giara e La Patente.
All’interno di una tessitura drammaturgica che prende spunto dall’arrivo della compagnia degli attori, ne “I giganti della montagna”, lo spettacolo si dipana all’interno del pensiero pirandelliano delle Maschere e del gioco del teatro nel teatro.
Nella villa degli Scalognati, luogo immaginifico della creazione artistica prenderanno vita e corpo le commedie paradossali, dove Pirandello mette a nudo le fissazioni maniacali dell’essere umano attraverso personaggi grotteschi, e situazioni drammaturgiche geniali per raccontare le nevrosi e l’umorismo della sua Sicilia. Come dice Pirandello tutto si creerà da se come per magia.
Enrico Guarneri, diretto da Guglielmo Ferro, è Cotrone de “ I giganti” che per magia e gioco diventerà Lolò Zirafa ne La Giara, uomo ricco e ossessionato dal denaro, diffidente del prossimo e preda degli avvocati che gestiscono tutte le cause perse da lui maniacalmente perseguite.
È Rosario Chiarchiaro, ne La Patente, modesto impiegato, licenziato perché considerato uno iettatore, che di conseguenza chiede ufficialmente alle autorità la ‘patente di iettatore’. Personaggio pirandelliano, interpretato anche da Totò, che incarna in pieno il concetto di ‘maschera’, il paradossale e il pessimismo esistenziale che sono alla base della scrittura di Luigi Pirandello.