Frances Alina Ascione è una delle interpreti in rampa di lancio nel panorama della musica leggera italiana. Dopo l’esperienza al talent ‘The Voice of Italy’ e l’arrivo tra i 60 finalisti dell’ultima selezione di San Remo Giovani, la cantante, nata a Los Angeles 26 anni fa da padre beneventano e madre afro-americana, è stabilmente nel gruppo di lavoro della trasmissione ‘Radio 2 Social Club’ con Luca Barbarossa ed Andrea Perrone. La giovane vocalist romana d’adozione ha presentato lo scorso 6 ottobre il suo primo singolo inedito intitolato ‘Follia indolore’, che ha avuto un importante successo di pubblico soprattutto nel circuito del web.
Da dove nasce la tua passione per la musica?
‘Sin da piccola sono cresciuta in un contesto familiare immerso nella musica. Mia madre è arrivata in Italia negli anni ’90 ed ha cominciato a fare la cantante professionista. I miei genitori sono sempre stati appassionati di vari generi. In casa ho avuto modo di assorbire tante suggestioni che venivano dalle note di Simon & Garfunkel, Aretha Franklin, giusto per citare qualche nome.
Hai un riferimento assoluto, un mito, un modello a cui ti ispiri?
‘Sembrerà strano ma affettivamente sono legata a Cyndi Lauper. Negli anni dell’infanzia e preadolescenza ho consumato un vecchio vinile di mio padre sul quale erano incise le tracce allora in voga.
Cosa rappresenta per te il singolo ‘Follia indolore’?
‘E’ la prima esperienza con una canzone inedita. Dopo diversi anni di cover proposte con la band in giro per club in Italia, Romitelli e Munda mi hanno dato la possibilità di esibirmi con un brano, potente nell’arrangiamento e nel testo. Si tratta dell’inizio di un progetto che ci porterà alla realizzazione di un album in uscita nel 2018’.
Con quale collega italiano ti piacerebbe duettare?
‘Stimo molti artisti in questo momento florido della nostra musica. Mi piace la produzione di Samul ed Emal Metal. Da sempre apprezzo la qualità della scrittura di Federico Zampaglione’ Per me sarebbe un onore collaborare con testimoni della musica nostrana di questo calibro’.
Consideri questo paese maturo ed aperto all’inclusione di artisti con origini diverse?
‘Devo ammettere che io mi sento decisamente romana. A quattro anni la mia famiglia si è trasferita nella Capitale dagli USA e sono cresciuta in un contesto che mi ha accolto senza particolari problemi. E’ chiaro che esiste ancora un po’ lo stereotipo della cantante di origini afro-americana, ma è un problema legato esclusivamente ad un porzione limitata di pubblico ed addetti ai lavori che si aspettano un repertorio specifico o un atteggiamento vocale particolare’.