Grande successo per il tour “Storia di un impiegato” di Cristiano De André, ispirato al celebre concept album di Faber, che torna così a smuovere le coscienze a 50 anni dalle rivolte sociali del 1968 e a vent’anni dalla scomparsa del suo autore. Il tour, iniziato a novembre 2018, sta ricevendo ottimo riscontro da parte di pubblico e critica, registrando sold out nei teatri d’Italia.
Dopo le ultime date nei teatri (il 14 maggio al Teatro Lyrick di Assisi e il 23 maggio al Teatro Colosseo di Torino), a grande richiesta, il tour proseguirà anche in estate!
Dalla Toscana alla Lombardia, passando per Lazio e Sardegna, Cristiano De André attraverserà tutta la penisola, con questo spettacolo di cui è stato scritto «Un evento destinato a regalare emozioni», «Un album che a distanza di cinquant’anni è ancora tremendamente attuale, e che finalmente ha avuto la considerazione che da subito avrebbe meritato», «I testi, le poesie di Fabrizio fanno bene all’anima e Cristiano ha saputo rinnovarle e renderle attuali, confermandone la potenza e la passione. Il pubblico che ha conosciuto Fabrizio c’è ed ora, grazie all’apostolo, conta tanti nuovi fan».
Di seguito le date estive del tour “CRISTIANO DE ANDRÉ – STORIA DI UN IMPIEGATO”:
2 luglio al Teatro Romano di Fiesole (Firenze)
6 luglio al Castelfolk di Villa Lagarina (Trento)
12 luglio al Porta di Roma Live a Roma
19 luglio a Tempio Pausania (Sassari)
3 agosto al Summer Festival di Sogliano sul Rubicone (Forlì Cesena)
5 agosto al Summer Festival di Follonica (Grosseto)
21 settembre a Piazza della Loggia a Brescia
Inoltre, il 29 luglio nella straordinaria cornice dell’Arena di Verona la prog band italiana più famosa al mondo, PFM – Premiata Forneria Marconi, e il polistrumentista e cantautore CRISTIANO DE ANDRÉ si alterneranno sul palco con le loro rispettive performance e condivideranno un’importante e lunga parte finale di un concerto imperdibile dedicato a Fabrizio de André: “PFM Premiata Forneria Marconi – CRISTIANO DE ANDRÉ cantano FABRIZIO”!
In “Cristiano De André – Storia di un Impiegato” lo storico disco, arrangiato come una vera e propria opera rock, è affiancato da altri celebri brani di repertorio come “Fiume Sand Creek” e “Don Raffaè”, che hanno affrontato il tema della lotta per i diritti, e altre perle, come “Il pescatore”, contenute nei progetti discografici di grande successo “De André canta De André – Vol. 1” (2009), “De André canta De André – Vol. 2” (2010) e “De André canta De André – Vol. 3” (2017). La regia dello spettacolo, curata da Roberta Lena, è piena di soprese, dai visual, alle luci.
Cristiano De André sul palco è accompagnato da Osvaldo Di Dio, Davide Pezzin, Davide Devito e Riccardo Di Paola.
Il tour è prodotto e organizzato da Intersuoni Srl, divisione Booking & Management Unit.
Le prevendite sono disponibili su Ticketone e sui circuiti abituali.
Cristiano De André, unico vero erede del patrimonio musicale deandreiano, ha attinto dall’immenso repertorio di Fabrizio rileggendo il disco del 1973 sempre più attuale, un concept album sugli anni di piombo e sulla speranza di costruire un mondo migliore. “Storia di un impiegato” racconta infatti il gesto di un impiegato degli anni ’70, animato dal ricordo della rivolta collettiva del Maggio francese del 1968. Il Sessantotto non fu tanto una rivoluzione politica, quanto sociale e culturale: anni di “lotta dura, senza paura”, come recitava uno dei tanti slogan, ma anche uno spartiacque tra passato e futuro.
L’artista ha ardentemente voluto portare in scena quest’opera (a partire dalla fine del 2018, nel 50esimo anniversario del ’68), un disco che mette in discussione le basi su cui si fonda il potere. Arrangiare “Storia di un impiegato” ha significato per Cristiano De André riportare in auge i figli della rivoluzione pacifista: l’utopia, l’anarchia, il Sogno, da una parte, il Potere, la paura, l’inabissamento delle qualità individuali a discapito delle esigenze globali, dall’altra. Come recita il testo di “Nella mia ora di libertà”: Certo bisogna farne di strada/da una ginnastica d’obbedienza/fino ad un gesto molto più umano/che ti dia il senso della violenza/però bisogna farne altrettanta/per diventare così coglioni/da non riuscire più a capire/che non ci sono poteri buoni.
Cristiano De André e Stefano Melone (alla produzione artistica) hanno dato una nuova vita musicale alle canzoni del disco, un suono rock-elettronico, calibrato sui momenti psicologici del protagonista della storia, dall’iniziale clima di sfida dettato dall’introduzione sui giorni del Maggio francese sino al fallito attentato e al carcere.
Racconta Cristiano De André «Dopo che avevo arrangiato l’ultimo concerto del 1998, Fabrizio mi chiese di portare avanti il suo messaggio e la sua memoria.
Mi è parsa una bella cosa proseguire il suo lavoro caratterizzando l’eredità artistica con nuovi arrangiamenti, che possano esprimere la mia personalità musicale e allo stesso tempo donino un nuovo vestito alle opere, una mia impronta. Con questo tour voglio risvegliare le coscienze, mio padre diceva che noi cantanti portiamo un messaggio e in questo non posso che appoggiarlo».
«Io sono il bombarolo che dorme dentro me, io sono l’esaltazione del parossismo e delle sue declinazioni. Io sono inferno, purgatorio e poche volte paradiso, io sono tutto questo adesso, nel duemila diciotto, tra poltrone e soliti livori, occhi che non dormono ma dormi-vegliano. Io sono un impiegato e per questo sono il terrorista di me stesso» scrive la giovane poetessa Ottavia Pojaghi Bettoni, a proposito della messa in scena di questo live.
«Storia di un impiegato è un’opera adatta per capire i sogni di chi credeva in un mondo migliore, di coloro che non si accontentavano di un lavoro qualsiasi solo per sbarcare il lunario. Un disco che anticipa i tempi perché mette in discussione le basi su cui si fonda il potere» analizza lo scrittore Alfredo Franchini.