Gli umarell sono quei signori, spesso pensionati, che, con le mani rigorosamente intrecciate dietro la schiena, amano trascorrere le giornate osservando e controllando gli operai al lavoro nei cantieri in giro per le città, commentando e, talvolta, elargendo consigli non richiesti.
Simbolo di curiosità, lentezza, amore per l’osservazione, “L’umarell” è da oggi anche il titolo della nuova canzone di Fabio Concato. Con la delicatezza e l’ironia che lo contraddistinguono, l’ha dedicata agli italiani, in uno dei momenti più difficili della storia del Paese.
“L’umarell, sempre qui, e mi guarda e mi dice ‘cosa fai con le mani in mano?’”
Si può ascoltare e vedere gratuitamente sul profilo Facebook, Instagram, e sul canale YouTube del cantautore:
Negli anni gli umarell sono diventati un fenomeno nazionale, fino a raggiungere lo status di “eroi metropolitani”. La figura si è “evoluta” al punto tale da trovare in commercio la sua miniatura, nella classica postura da osservatore privilegiato. Da lì l’ispirazione per la canzone.
“Tempo fa un mio amico mi ha regalato la statuina di un umarell (a proposito, grazie ai ragazzi del Superstuff.it): la tengo nel mio studio, sul leggio della tastiera. Mi osserva quando suono, quando canto.
Una settimana fa sembrava che volesse chiedermi che cosa stessi facendo per il dramma che stiamo vivendo, in che modo mi stessi adoperando per questa emergenza. Ma cosa dovrei fare in quarantena? Mi sono chiesto, guardandolo… e così è nata L’umarell”, racconta Fabio Concato, che l’ha scritta di getto nei giorni scorsi e cantata in milanese perché fosse testimonianza di una terra tra le più ferite al mondo dalla pandemia.
“Ho cercato di dare il mio contributo come autore, senza alcuna retorica, con un pizzico d’ironia e con molto cuore. Ho registrato la canzone senza orpelli tecnici, è tutto molto casalingo, l’ho cantata con il telefonino ed è stato un grande piacere condividerla con i miei musicisti, con cui siamo fermi da un po’ per ovvie ragioni.”
In “L’umarell”, infatti, si ritrova il Concato più inconsueto, che riesce a coniugare la poesia con il sociale.
Il cantautore, raccontando un dettaglio con uno stile molto personale, accende luci su piccole grandi storie quotidiane, come già successe con le bellissime “051/222525” (la canzone contro il maltrattamento sui minori, a favore di “Telefono Azzurro”, ndr) e “Tutto qua”. Oppure apre scenari- come in “Provaci tu” e “Oltre il giardino” – per citarne alcune che poi si chiuderanno in dissolvenza, come in questo caso.
“Sto pensando che ci cambierà la vita/E magari sarà meglio di cosi/Starà meglio questo povero pianeta/A me pare che sia scoppiato, non ce la fa più/E non ce l’hanno fatta tutte le persone/Sono andate via in silenzio come te/Senza un bacio, una carezza, una ragione/Senza un “sono qui e ti voglio bene”./L’umarell è ancora qui e mi parla:/”menomale che c’ero io a controllarti”,/Gli rispondo: ”cosa posso fare in quarantena?”/Lui si volta, e va via tutto contento”…
“L’umarell” è stata scritta, prodotta e cantata da Fabio Concato, e suonata da: Ornella D’Urbano (piano, tastiere e arrangiamenti), Larry Tomassini (chitarre) Gabriele Palazzi (batteria). Missaggio e masterizzazione di Pier Carlo Penta. Ideazione e realizzazione grafica di Francesco Bozza e Donato Colaleo. Tutti rigorosamente distanziati, nei propri studi.
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