‘Giuseppe Verdi a Napoli’: il Teatro I di Milano ospita l’attore vincitore Ubu alla carriera Antonio Tarantino

Dal 7 al 12 febbraio sarà in scena a Teatro i Giuseppe Verdi a Napoli ultimo testo di Antonio Tarantino, fresco vincitore del premio Ubu alla carrieraLo spettacolo, regia di Sandra De Falco con Carlo di Maio, Paolo Giovannucci, Sebastiano Tringali e Giulia Valenti, immagina un dialogo tra Giuseppe Verdi e il suo librettista Salvatore Cammarano.Qui si incontrano, almeno nell’ipotesi dello scrittore, nel mezzo di un lungo carteggio realmente occorso, iniziato nel 1843 e che continuerà fino al 1852, il compositore Giuseppe Verdi, la cui fama ormai valicava le Alpi, e uno dei suoi librettisti, il napoletano Salvatore Cammarano, immaginato invece nel suo periodo di maggior fame, intesa come bisogno materiale. Giuseppe Verdi è certamente stato in più occasioni a Napoli. Ed è altrettanto certo che abbia fatto visita al suo librettista Salvatore Cammarano. Esiste un carteggio tra i due, tuttavia noi per scrivere questa commedia abbiamo dovuto immaginare un dialogo tra un musicista ricco e famoso e un poeta povero. Da una parte vi è convenienza reciproca e dall’altra c’è la gerarchia. A mediare tra i due personaggi c’è Caterina: donna del popolo priva di timori reverenziali e dai modi spicci, essa riesce a conciliare amicizia convenienza rispetto e gerarchia in un crescendo di parole che esprimono un’umanità che sempre dovrebbe governare le nostre intenzioni.

ANTONIO TARANTINO nasce a Bolzano nel 1938 e vive a Torino. Fino agli anni Novanta lavora come artista figurativo e approda nel mondo teatrale solo all’età di cinquantacinque anni, quando nel 1993 vince il premio Riccione per il Teatro con Stabat mater e La passione secondo Giovanni. Segue in quello stesso anno Il vespro della Beata Vergine che, assieme a Lustrini, compone con le prime pièce d’esordio le Quattro opere profane – “tetralogia della cura” d’ispirazione classico-religiosa – tutte messe in scena dal regista franco-tunisino Chérif nel corso degli anni Novanta. Il Premio di Produzione per la vittoria del 44° Premio Riccione nel 1997 consente la realizzazione scenica di Materiali per una tragedia tedesca, affresco sarcastico ed efferato sulla Germania degli anni di piombo, presentato in prima assoluta nel 2000 al Piccolo Teatro di Milano e vincitore del Premio Ubu nello stesso anno. Guardano al terrorismo e al conflitto arabo-israeliano le pièce La pace e La casa di Ramallah (entrambe del 2002) che, insieme a Stranieri (2009), evidenziano la stretta correlazione tra sfera privata e Storia condivisa. Dedicate alla figura di Antonio Gramsci sono invece Nel mondo grande e terribile (2008) e Gramsci a Turi (2009), cui seguono la rivisitazione di Medea (2011) e i monologhi Cara Medea e Piccola Antigone (2012).