Il noto rapper Guè, pseudonimo di Cosimo Fini, è l’ospite della nuova puntata di “Mille Pare” il podcast della content creator Alessia Lanza prodotto da OnePodcast che dà appuntamento con tanti personaggi del mondo dello spettacolo e del web per due puntate al mese.
L’artista si racconta ai microfoni di Mille Pare, ripercorrendo le varie fasi del suo percorso artistico e musicale. Dalla sua passione per la musica al suo ultimo album “Tropico del Capricorno”, secondo lui non capito dal pubblico, fino all’imminente partecipazione al festival di Sanremo come featuring di Shablo, insieme a Joshua e Tormento, e sul suo rapporto con gli haters e i social.
Sul Festival di Sanremo: «il mio manager, che è un mio amico da tre anni ed è anche un producer famoso e un musicista, va in gara. Però, essendo appunto un dj e producer va in gara con una band e la sua band siamo noi: io, Joshua e Tormento. Io sono il più popolare e la gente associa a me la partecipazione. Ma, a parte gli scherzi, io non sono in gara. Vado a cuor leggero, nel senso, mi interessa supportare il mio team.
Mi dispiacerebbe se Shablo arrivasse ultimo, però non è che sono io in gara. Quando andrò in gara, sicuramente lo farò tra qualche anno, sarà un altro paio di maniche. In questo caso è bello perché comunque ti senti tutelato, perché tu sei lì ed è come se fossi un featuring fisso».
Sul motivo che lo ha spinto ad accettare di salire sul palco dell’Ariston: «Ho detto di sì perché il pezzo che porta Shablo è un gospel: c’è tutto un coro black, c’è Joshua che è fortissimo ed è un pezzo super hip hop.
Una roba che l’Ariston lo crepa, non perché è scorretto, ma perché è forte. Io faccio una strofa tutta in slang, nessuno capirà una parola. Mi piace l’idea della rottura, di andare a fare qualcosa che nessuno fa. Un domani quando ci andrò, magari avrò un’altra deriva, però cercherò di portare sempre la cultura (…) Sanremo, dopo un periodo in cui comunque era quasi vergognoso per noi andarci, in realtà è molto meglio dei talent.
In qualche modo, non so perché, se lo prendi bene – ma non ti parlo di posizione, puoi anche arrivare ultimo – se fai una bella impressione comunque arriva. Ti farei degli esempi nel mondo urban, tipo Lazza o Geolier».
L’ultimo disco secondo Guè non compreso dal grande pubblico
Sul suo ultimo album, secondo lui non capito dal pubblico: «Vorrei dire due cose. Una molto volgare, cioè che a livello di numeri è stato capito parecchio, quindi oggi ho risultati. Ho avuto forse uno dei migliori sell out di sempre.
Non è scontato perché io ho una carriera molto longeva, sono un po’ un fuoriclasse. Cioè, siamo in pochi ad avere questa fortuna (…) Venivo da 3, 4 album abbastanza duri e sentivo la necessità per un motivo di status anagrafico, per il momento in cui ero nella mia carriera, di voler rifare un album che fosse più aperto; quindi, tendenzialmente c’era tanta gente che lo accusava di essere commerciale (…)
I miei dischi hanno centinaia di reference culturali, a livello di testo, ma soprattutto anche musicali (…) Io non pretendo che il pubblico vada a scuola di musica, però, per dire c’è gente che non sa manco chi è Bob Marley. Non è per fare il boomer però ai nostri tempi non era così. Noi siamo andati a studiare la cultura hip hop. Adesso basterebbe anche solo andare su Google».
Sugli haters: «A me fanno un sacco di body shaming, nel senso che c’è tanta gente che mi fa battute sull’occhio: “Oh ma ci vedi? Ma stai guardando di là o di là?” (…) Per me in Italia, e un po’ dappertutto, c’è un momento abbastanza grave di invidia sociale. C’è anche un momento storico secondo me, in cui anche l’Italia a livello sociale sta un po’ di diventando come quei paesi in cui c’è il ricco e poi il povero. Sta diminuendo la classe media (…) Nel futuro sarebbe utile avere un patentino per scrivere sui social, so che non è possibile».
Alessia Lanza è una ragazza di 24 anni, nata in un paesino in provincia di Cuneo e trapiantata a Milano. Grazie a due anni di lavoro per individuare il suo posizionamento, oggi Alessia è diventata una delle figure più apprezzate e iconiche dalla Generazione Z, partendo da TikTok ma coltivando anche Instagram e YouTube.
A marzo del 2023 è nato il suo primo podcast “Mille Pare” (prodotto da OnePodcast) dedicato alle ansie e alle fragilità della sua generazione, che ha riscontrato fin da subito un ottimo successo. Il suo percorso è ancora tutto da scrivere, ma la sua spontaneità resta la sua cifra stilistica.
“Mille Pare” è un podcast di Alessia Lanza, prodotto da OnePodcast. Le puntate sono disponibili sull’app OnePodcast, su tutte le principali piattaforme di streaming audio (Spotify, Apple Podcast, Amazon Music, Google Podcast).