Forjay, quattro ragazzi che decidono di unirsi per dare vita ad un gruppo pop rock che parla di amore, religione, valori cristiani, passione per la vita e tantissimi altri concetti che forse non si legano immediatamente ad una band di ragazzi. La musica li ha sostanzialmente salvati, come hanno spesso affermato, e questo gruppo è il risultato del loro profondo cambiamento che hanno voluto trasformare in musica e messaggi da condividere con gli altri.
Simo Whitesoldier, leader della band, ci ha regalato un po’ del suo tempo per meglio farci capire il perché di una scelta così radicale.
Un disco che parla di amore, di amore come una scelta obbligata per combattere crisi e paure collettive. Da dove nasce l’esigenza di realizzare un disco che vuole raccontare come l’amore possa cambiare il mondo?
Ciao a tutti e grazie per questa intervista ! Diciamo che la scelta a cui noi siamo arrivati non è stata una scelta obbligata ma frutto di un percorso, di un cammino che ci ha portato ad una scoperta e conseguentemente ad una scelta, scegliere l’Amore appunto.La nostra scoperta deriva dall’aver sperimentato nella nostra vita che esiste un amore in grado di guarire il nostro egoismo, e che questo amore è gratuito, alla portata di tutti a prescindere dal nostro fare o dal nostro meritarlo. Spesso le relazioni sono basate su un “ti dò se tu mi dai”, “ti amo se tu mi ami” o su una cosiddetta chimica dell’amore…l’amore è bello finché dura! Questo tipo di sentimento lascia intendere che si può amare, o che c’è amore solo quando c’è uno scambio biunivoco, da entrambe le parti. Oggi il pessimismo imposto dai mass media non fa altro che alimentare la diffidenza e la paura, elementi che invece che avvicinarci ci stanno facendo sempre più allontanare ed essere diffidenti. Sembrerà scontato dirlo, ma l’odio alimenta solo altro odio ed è proprio in quest’ottica che l’Amore è una scelta, una scelta attiva, consapevole, controcorrente, in grado di contrastare l’odio che altrimenti è destinato solo ad autoalimentarsi e crescere. Se ci fermiamo al fatto che si possa amare solo chi ci ama capisci bene che le guerre e l’odio non finiranno mai e finiranno per divorarci, ma se si ha la forza, ognuno nel proprio piccolo, nella propria quotidianità, di spegnere le nostre piccole guerre di ogni giorno scegliendo attivamente di amare a prescindere da quello che riceviamo in cambio, le cose potranno cambiare. A noi non interessa diffondere un credo o una religione, a noi interessa vivere quell’Amore assoluto in grado di unire e non di dividere. L’ Amore trasmesso e insegnato da Gesù sulla terra è l’Amore di cui abbiamo scelto di parlare, un qualcosa che accomuna tutta l’umanità a prescindere dal colore della pelle o dalla cultura d’appartenenza. Fino a quando non capiremo che pretendere di difendere ognuno la propria religione genera solo guerre, l’odio e i conflitti non cesseranno mai di esistere. Dio è prima di tutto Amore, quell’Amore che se lasciato agire nella nostra vita di tutti i giorni, al lavoro, in casa, con gli amici, fino alla politica e nelle istituzioni è l’unico in grado di cambiarci e quindi cambiare il mondo in cui viviamo. Ecco il motore che ci ha spinto a fare tutto quello che abbiamo fatto e stiamo facendo nel nostro percorso artistico.
Ci raccontate in che consiste lo STREETmusicTour che vi ha portato ad esibirvi in strada in diverse città italiane?
Lo STREETmusicTour è stato un tour per le strade d’Italia che ha toccato diverse città in cui abbiamo scelto di portare la nostra musica, il nostro messaggio attraverso l’arte di strada, senza le “comodità del palco”, per riuscire ad essere il più possibile in contatto con la realtà delle persone, con la loro quotidianità. È stata dura per diversi motivi, ma sicuramente quello che ci siamo portati a casa ci ha ripagato di ogni fatica fatta. Bellissima esperienza che speriamo presto di poter tornare a fare!
Da dove nascono i Forjay e dove vuole arrivare questo progetto musicale?
I Forjay sono il risultato di una storia di gruppo che trae però origine da un momento particolare e significativo della mia vita artistica e umana. Per diversi anni del mio trascorso artistico ho inseguito spasmodicamente il professionismo, come se questa fosse l’unica cosa in grado di darmi felicità e serenità. Ho portato all’estremo delle mie possibilità fisiche lo studio e l’attività live accettando molti compromessi che dopo un po’ mi hanno portato a vivere una profonda depressione, che mi stava allontanando non solo dalla musica ma anche dalla vita. Nonostante avessi tutto quello che di materiale la vita aveva da offrirmi ero costantemente infelice e l’unico modo per sentirmi vivo diventò bere o drogarmi. Tutto intorno a me era finto, artefatto…le mie relazioni, i miei comportamenti, insomma con un po’ di difficoltà posso dirvi che qualche volta sono addirittura arrivato a pensare di farla finita perché la vita non aveva più senso. Avevo fatto e provato tutto e ciononostante non ero mai felice, che senso aveva continuare? Una sera, a conclusione di uno degli ultimi concerti con la mia ex band, mentre stavo smontando e mettendo apposto tutto prima di tornare a casa è accaduto quello che io chiamo il miracolo della mia vita. Per un istante, che a pensarci mi sembrò infinito, sentii dentro di me quella che io posso definire a parole solo così, “una scintilla potentissima di amore puro”, non riesco a spiegarlo in altri modi ma quello che percepii fu di sentirmi per la prima volta amato come nessuno mai mi aveva amato prima. Fu pazzesco, ma da quell’istante in poi la mia vita cambiò radicalmente. È come se si fossero aperte le porte di un mondo che mai avevo visto prima e che mi ha letteralmente risucchiato. Poco dopo capii che quella grande sete di pienezza di vita che mi spingeva a cercare spasmodicamente la felicità in ogni eccesso era stata esaudita in quell’istante in cui qualcosa di soprannaturale aveva cambiato, salvato la mia vita. Prima di allora avevo sempre pensato che Dio altro non era che un modo per giustificare le varie religioni inventate dall’uomo per limitare la libertà degli uomini stessi. Da quell’istante in poi capii che Dio non ha nulla a che fare con tutto ciò e che altro non è che quell’amore invisibile ma tangibile che ha generato tutte le cose esistenti: Dio è amore, l’Amore in grado di guarire l’umanità se lasciato agire dentro di noi. Mi misi a cercare riferimenti a questo tipo di amore e scoprii che quel che io avevo sentito dentro di me in quell’istante che ha cambiato la mia vita per sempre altro non era che l’Amore insegnato da Gesù durante la sua esperienza sulla terra. Lì capii che tutto era semplice e chiaro: Dio, cioè l’Amore, si è reso visibile, tangibile, nel corpo di un uomo per insegnarci, guidarci, mostrarci che cos’è l’Amore e che cosa significa Amare davvero. Da quel momento decisi che avrei voluto dedicare la mia attività artistica alla diffusione di questo messaggio, questo seme di speranza, attraverso la musica. Contattai tutti i musicisti che conoscevo e chiesi disponibilità per iniziare questo nuovo progetto, molti furono i no ma poi arrivarono i sì giusti, quelli di Nicola, Enrico e Gianluca, formammo quelli che oggi sono i FORJAY e da lì è iniziato il nostro cammino insieme.
Musica ma anche tanta solidarietà come il concerto che avete svolto a Barletta il 12 maggio scorso. Un concerto di beneficenza per il piccolo Felice. Come è andata?
È stato un concerto bellissimo che ci ha dato la possibilità di contribuire concretamente a questa nobile causa. Sono stati venduti più di 3000 biglietti e siamo riusciti a raccogliere 15.000 euro da devolvere per questo progetto di cura per il piccolo Felice ed è stato davvero bello. Un grazie speciale va al team che ha organizzato l’evento, ideato da Francesco Fruscio e Iolanda Paglialonga, instancabili lavoratori che hanno reso possibile questo grande concerto. Assolutamente sempre in prima linea, l’Amore è una scelta!