Il Volo a Le Iene. Il trio già vincitori del Festival di Sanremo si ‘confessano’ a Nicolò De Devitiis in un intervista molto carina.
Dopo aver raggiunto Piero, Gianluca e Ignazio al di fuori del trio, la Iena ha voluto
scoprire qualcosa di più sul rapporto che li lega.
In primis Piero che, nel corso dell’incontro, era intento a prepararsi per la sua corsetta quotidiana. “L’unico modo per visitare le città”. Non risparmia l’argomento critiche che ogni giorno Il Volo riceve per il genere musicale che porta avanti. Ed infine, un pensiero a quando da bambino ha cominciato a cantare con un pensiero speciale al nonno paterno che da subito aveva capito la sua vera passione.
Meditazione, libri e cura del corpo sono tra le principali abitudini di Gianluca: “Non è la cura del corpo a determinare la virilità, ma la sensibilità, la profondità d’animo, la propensione all’ascolto.”. Poi, continua: “Secondo me tra di noi ci sono anche delle cicatrici antiche …
Il rapporto complicato tra i tre cantanti
All’inizio Ignazio e Piero stavano sempre insieme, essendo entrambi siciliani, parlavano la stessa lingua, io ero un po’ emarginato. Per questa cosa mi sono sentito molto solo. Con Ignazio non vado molto d’accordo per una questione caratteriale, non perché non ci vogliamo bene. Lui ogni tanto si chiude in sé stesso e io invece vorrei parlare”.
E la chiosa sulla commozione dello stesso che non ha timore ad affrontare il discorso: “Gli voglio bene più di quanto pensano”
Infine, Ignazio che nel corso di una bella cena si racconta: “Sono cresciuto in fretta, a cinque anni aiutavo mia sorella a mandare avanti la casa, nostra madre era malata.”. “L’anno scorso sono arrivati degli attacchi di panico, nonostante avessi tutto quello che desideravo, lavoro, moglie, ora ho imparato a conviverci. So che la mia vita è stupenda e non mi manca niente, capisco che è solo un momento e vado avanti”.
A colazione parla dei problemi che ha avuto con il suo peso: “C’è stato un periodo che mi sentivo sbagliato e mi sono detto che dovevo fare qualcosa per me. Da lì ho iniziato un percorso che mi ha portato a sentirmi più sicuro, anche se oggi quella sicurezza non c’è mai.”
Nicolò li saluta con un’ultima domanda: “Ma in sincerità, siete più amici o colleghi?”. “Fratelli”, rispondono in coro.