Jovanotti ospite in radio non smette mai di stupire i suoi fan.
A Non è un Paese per Giovani su Rai Radio2 con Lorenzo ha raccontato come procedono i preparativi per la partecipazione alla prima serata del Festival di Sanremo.
“Ho detto che sarà una figata, ma mica so se sarà così”, ha scherzato. “Sono cresciuto con Sanremo da telespettatore, ho ricordi da bambino in bianco e nero in cui facevo le pagelle e davo i voti alle canzoni”, ha aggiunto, “Con mamma spesso discutevamo, a lei piaceva Riccardo Fogli e a me Rettore.
Per me Sanremo è un pezzo di vita e formazione, come di tanti e penso che sia un po’ la festa della musica popolare italiana e vorrei festeggiare la musica attraverso il mio punto di vista, il mio pov. E penso verrà una bella cosa, molto impegnativa perché stiamo mettendo su un circo che ve lo raccomando, però siamo a Sanremo, bisogna fare una figata!”.
L’emozione di ricominciare a suonare dopo l’incidente
A proposito del prossimo tour, PalaJova2025 ha detto: “Ricominciare è stato commovente, emozionante, qualche lacrimuccia l’ho anche versata il giorno in cui siamo ripartiti a suonare in 15 sul palco.
Ho sentito una grande emozione, perché ho detto ‘sono di nuovo qua, non era mica scontato’, un bellissimo regalo della vita”. “Il mio nuovo concerto è una mega chiccona di 2 ore e mezza, una festa con una hit dopo l’altra, pezzi che ci hanno accompagnato negli anni suonati con una grande band. L’idea è di divertirmi e divertire, di solito le cose coincidono”, ha proseguito, “È un concerto per i miei, per quelli che hanno fatto un pezzo di strada con me”.
Jovanotti ha quindi rivelato un aneddoto relativo al brano “Celentano” contenuto nel suo nuovo disco “Il corpo umano vol.1”: “È un pezzo rap, il racconto di una storia vera. Ero in bici lungo il Caucaso e sono stato ospite di una band di gangster che mi hanno affiancato incuriositi e mi hanno invitato a cena. Una cena pazza, loro parlavano solo armeno e il dialogo era ‘Totti, Juventus, Pavarotti’…’Celentano’ ricorreva, perché erano tutti, come me, erano pazzi di Adriano. La morale della favola è che essere italiani ha dei vantaggi, abbiamo parole che tutti conoscono. Ed è anche un omaggio ad Adriano”.
E a proposito di viaggi intorno al mondo ha aggiunto ridendo: “In Cile in Cile sono qualcuno, anche se sono percepito come una vecchia gloria. Sono andato a fare un concerto qualche anno fa e mi ha stupito un giornalista che mi ha chiesto ‘ma che hai fatto negli ultimi 30 anni?’. Io lì ero famoso per ‘Serenata rap’ e ‘L’ombelico del mondo’, poi sono scomparsa dal radar dei cileni. Volevo inventarmi che ero andato a pesca, ma poi ho detto che ho continuato a fare questo lavoro con una discreta soddisfazione”.