Ciao Mico e benvenuto. Prima di parlare delle tue ultime novità, racconta il tuo progetto musicale a chi ancora non ti conosce.
Ciao a tutti, il mio progetto è molto semplice: racconto il mondo intorno a me, le persone, gli eventi, e lo faccio in musica, attraverso le canzoni. Credo molto nelle emozioni, nella parte profonda e nascosta dell’iceberg, nell’arte.
Parlaci ora del tuo nuovo disco “Irriverentə”. Cosa vuoi comunicare a chi lo ascolta?
Più di quanto sembri l’album vuole raccontare il presente, almeno il mio presente. Comunico la mia esistenza, i miei pensieri, come sto vivendo questi anni assurdi, che cosa si muove sotto la superficie.
Oltre a quello del titolo, c’è un solo aggettivo con cui riusciresti a descrivere questo lavoro, e perché proprio quello?
“Indescrivibile”, perché è un album assurdo, strano, senza genere, libero, insieme alfa e omega, elettronica e cantautorato. E anche perché sono anni indescrivibili, e il disco è indescrivibilmente bello.
Una cosa unica: un disco stampato su preservativo. Parlaci di questa decisione!
L’idea del preservativo è un modo per metterla in quel posto al mondo, alla musica, all’arte…e ci sono riuscito. L’idea viene dal superare un supporto come il cd che è per me impossibile da ascoltare, non avendone la possibilità da nessuna parte, e creare un supporto a metà tra il mondo digitale e quello fisico: tramite un qr code si accede ad un’area dinamica nella quale scaricare le canzoni e contenuti speciali che varieranno nel tempo.
Un’altra particolarità è la schwa nel titolo. Quando hai avuto l’idea?
Quando scoppiò quell’enorme polemica della schwa nei documenti ufficiali universitari, per evitare il genere. Notai che i toni si alzavano notevolmente quando appariva questo non suono, si arrabbiavano le femministe, si arrabbiavano i puristi della lingua, i professori, le associazioni e ho pensato che fosse il simbolo perfetto per le canzoni di Irriverentə, che, come credo e vedo, sono irritanti bipartisan.