Bari in Jazz presenta la sua XVI edizione, in programma dal 7 al 21 agosto nei comuni di Fasano e Monopoli (e due concerti speciali a Bari il 15 e 16 settembre in via di definizione). Un’edizione dal sapore particolare, con il preciso messaggio di esserci, a rimarcare la vitalità di un territorio antico ma aperto alla modernità come la Puglia.
In cartellone in questa edizione 2020 l’esibizione degli Shuttle, che il 7 agosto apriranno il festival con la sonorizzazione in diretta del film “Planete Sauvage” di René Laloux.
Inoltre i concerti di Aly Keïta, Jan Galega Brönnimann e Lucas Niggli (10 agosto), Raiz & Radicanto Duo (11 agosto), Omar Sosa con apertura della serata di Natalino Marchetti (12 agosto), Kekko Fornarelli con apertura di Gianluca Bufis e Giancarlo Sabatini (13 agosto), L’Escargot (18 agosto), gli amatissimi Radiodervish (19 agosto), lo spettacolo Ulìa di Anna Cinzia Villani con l’apertura di Vincenzo Saetta e Marco De Tilla e, per finire, il 21 agosto il duo Giovanni Guidi / Luca Aquino preceduti dal set di Daniele Cordisco e Marco Guidolotti.
In programma anche tre eventi-conferenze che animeranno il programma. Il 7 agosto verrà inaugurata al Chiostro dei Minori Osservanti di Fasano la mostra fotografica “Black people in a white world” di Valerio Corzani. L’8 si tratterà il tema “Jazz ed elettronica: la nuova frontiera – A che punto siamo?” con gli interventi di Marco Valente, Damir Ivic e Valerio Corzani. Infine il 9 si parlerà di “New black – 4 nuove onde sonore africane: Electro châbi (Egitto), Tishoumaren o Desert blues (Mali, Niger, Algeria), Funanà (Capoverde), Shangaan electro (Sud Africa)” con Luca D’Ambrosio e Valerio Corzani.
Questo è un periodo che non conosce precedenti, almeno nell’era postmoderna. Di pandemie il mondo ne ha conosciute anche nel secolo scorso, non meno violente. Ma questa è stata la prima pandemia mediatica, la prima volta nella quale (quasi) tutto il mondo si è chiuso in casa, si è isolato dagli altri – e a volte anche da se stesso – affidando alla Rete il compito di farsi veicolo per informarsi e per rimanere in contatto, condividere spazi, parole, immagini, sentimenti. Si è improvvisato, in un tempo sospeso.
La domanda su cos’è il jazz è inflazionata, obsoleta e forse anche noiosa. Quando un musicista racconta una nuova storia, è Jazz. Il Jazz è, soprattutto, questo, Improvvisazione: affrontare un tema inedito tirandone fuori qualcosa di unico e irripetibile, nota dopo nota.
Con questo stesso spirito, Bari in Jazz in poche settimane ha messo insieme ventiquattro giovani musicisti, uniti a qualche veterano del jazz, dando vita a tredici concerti mozzafiato. Improvvisazioni che raccontano storie e creano tessuti sonori, con strumenti, voci, testi, che partendo dal jazz abbracciano il suono del Mediterraneo. Per un festival che si svolge in Puglia, è inevitabile. Un’intera costa che affaccia e scende verso il “Mare nostrum” come lo chiamavano gli antichi romani, e che assorbe di continuo suoni e parole di là del mare.
Bari in Jazz quest’anno è alla ricerca di poesia, dell’essenza delle cose, proponendo un cartellone artistico eterogeneo, raffinato e dolce, come i colori del territorio che lo accoglie, sempre più curioso e interessato ai suoni di un festival metropolitano.
Bari in Jazz è realizzato grazie al sostegno del Comune di Fasano, Regione Puglia, Mibact – Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, Comune di Bari, Comune di Alberobello, Città Metropolitana di Bari.
Sito ufficiale:
Prevendite online:
https://www.ciaotickets.com/bari-in-jazz-festival