Volare e suonare, le passioni di un musicista eclettico, che quando non è chiuso in una cabina per pilotare un aereo di linea, è seduto al suo pianoforte per dare vita alla sua musica ma anche a tanti progetti di solidarietà. Il pilota compositore, o “cantaviatore” come qualcuno l’ha definito, di cui stiamo parlando e con il quale abbiamo avuto il piacere parlare, è Enrico Giarretta che forse molti ricordano per essere stato, tra l’altro, per anni il pianista del grande Franco Califano.
Quella che segue è dunque l’intervista che ci ha concesso in occasione dell’uscita del suo ultimo lavoro, “Scalatori di orizzonti”. Buona lettura e buon viaggio, allacciate le cinture.
Raccontaci come è nata l’idea di realizzare “Scalatori di orizzonti”, il tuo ultimo progetto musicale che ha coinvolto oltre 150 persone, un progetto che ha anche una funzione sociale.
Il progetto nasce da un’idea di Dario Pizzardi, editore e creatore della collezione di album e figurine “amici cucciolotti”. La funzione sociale di questa collezione è il miracolo di Dario e Stefania e di tutta la loro squadra…(della quale sono onorato di far parte) creare dai bambini di oggi degli uomini migliori di domani. Obiettivo raggiunto in pieno. Dario voleva realizzare un disco per i suoi ragazzi, mi ha coinvolto, e come fa lui di solito, mi ha coinvolto totalmente. Ne è nato un percorso lungo tre anni che ha visto tra gli altri, Paolo Conte per la prima volta regista di un videoclip a cartoon, del brano che lui stesso aveva composto e donato al progetto benefico. Sensibilizzare i bambini all’amore ed il rispetto verso gli animali. Questa la sua motivazione, facendolo attraverso la collezione più autorevole in materia. Facendolo attraverso le pagine di questo fantastico Album, pregno di valori e di messaggi anticamente alti. Scalatori di Orizzonti, la musica, una delle pochissime forme di espressione capace di affiancare un prodotto del genere senza disturbarlo, anzi, colorandolo di note, degne della purezza dei bambini.
Cantaviatore, un nome che tiene dentro le due tue passioni: il volo e la musica. Come riesci a far coincidere il difficile lavoro di pilota di aerei con quello della musica e del piano?
Farle conciliare è molto difficile anche perché il volo richiede un continuo aggiornamento ed esercizio. Il pianoforte, se tu lo trascuri un giorno, lui ti abbandona per un anno…la musica, quella classica, ad esempio ti guarda in faccia. Pochi i momenti liberi. Se in tutto ciò hai a casa una moglie e due figli che ami alla follia, diventa veramente complicato. Ma io le cose semplici non le amo. Amo le sfide, amo lavorare sodo, sono instancabile. E la mia felicità è totale quando riesco ad essere un buon padre ed un marito degno di una moglie così tanto “alta”.
Volare ti aiuta a immaginare e comporre musica?
Dico spesso che ho sempre messo tutta la musica che ho suonato nei miei voli, e metto nella mia musica tutti i cieli che ho volato. Volo da musicista e suono da pilota. Immagino note e scrivo di nuvole…
Come e perché è nata la stima di Paolo Conte nei confronti della tua musica? Cosa ha visto in te per definirti il “suo primo allievo”?
Per essere sincero, credo che Paolo si sia fidato in principio del mio primo produttore che fu anche il suo, Lilli (Italo) Greco, noto talent scout della casa discografica RCA. Da lì a dire che mi stima, non so…non vorrei approfittare di alcuni suoi gesti generosi nei miei confronti dicendo che mi stima. Non so, mi imbarazza pensare oltre…Un giorno si è trovato ad ascoltare un mio brano. Ha scritto su un foglio ” Finalmente ho trovato un allievo”. Me lo ha fatto recapitare, dicendo che potevo dirlo a tutti… forse dopo qualche minuto si era anche pentito …ma era troppo tardi;-) lo avevo detto all’Ansa 😉 Fu il vero inizio della mia carriera. Oggi ancora ci scherziamo e quando deve redarguirmi mi dice ” fai attenzione altrimenti ti squalifico”
Otto anni insieme a Franco Calfiano, per il quale hai composto e arrangiato tanti brani. Cosa ti ha lasciato questa lunga esperienza con uno degli artisti più amati del panorama musicale italiano?
Il Maestro, ha avuto molti pianisti, molti musicisti e arrangiatori, nonché compositori al suo fianco. Io vanto una sola cosa. Abbiamo vissuto insieme per 11 anni. Per me è stato come un padre. Mi ha insegnato il rispetto. Il rispetto per il prossimo, per le donne, il rispetto per la vita. A volte anche ammettendo i suoi errori. L’ho amato sinceramente fino alla fine, come lui ha amato me.
Cosa c’è nel futuro di Enrico Giaretta?
Nel mio futuro vedo l’attenzione per la mia famiglia prima di tutto. Poi vedo la realizzazione di molti progetti, 5 dischi per la precisione. Tre di solo pianoforte, uno di musica elettronica con una Band appena formata: “Airways”. Enrico Giaretta al pianoforte, Vito Gatto, poeta dell’elettronica nonché superbo violinista e Maurizio D’aniello, uno dei più grandi musicisti che abbia mai conosciuto. Un nuovo lavoro al fianco di Pizzardi Amici Cucciolotti…in via di definizione.